L'ODORE DI STILES

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^Miss_Black^
view post Posted on 12/3/2013, 12:42




TITOLO: L'odore di Stiles
GENERE: Introspettivo, erotico
AVVERTIMENTI: SPOILER! parte dalla fine della 2° stagione di Teen-Wolf, se non l'avete vista, attenzione!
PERSONAGGI:[TEEN.WOLF] Derek Hale, Stiles Stilinski, Peter Hale, Scott McCall
RATING: Rosso (arancione nei primi capitoli..)
PAIRING: Derek & Stiles :3
DESCRIZIONE: Teen Wolf, per chi non lo conosce si tratta di lupi mannari xD non rientra tra gli yaoi, quindi non è nella nostra sezione film e serie, ma io, emh, ovviamente...only yaoi :D quindi in breve Derek è un lupo mannaro, 21 anni, la sua casa è stata bruciata insieme da tutta la famiglia da Kate, sua ex fidanzata e cacciatrice di lupi mannari. Stiles è un ragazzo di 17 anni, migliore amico di Scott, che è un neolupomannaro.
Per chi conosce invece, siamo alla fine della seconda stagione, quando Jackson diventa lupo mannaro. Stiles a rivederlo con Lydia si intristisce e scappa, ma qualcuno gli va dietro... :3
Buona lettura!



L'ODORE DI STILES



CAP.1. - QUANDO TUTTO FINISCE



Jackson si alzò in piedi sotto lo sguardo attonito di tutti. Lydia corse subito da lui e gli saltò in braccio.
E Stiles si sentì, ancora, per l’ennesima volta, perdente. Perdente su tutti i fronti… Non che la faccenda di Lydia gli avesse dato qualche grande speranza, ma vedersela sparire dalle mani così era troppo frustrante… come sabbia che scivola via per riunirsi al mare impetuoso che l’aveva rifiutata, che scivola via da quelle mani che l’avevano raccolta per tenerla con se, come un tesoro..
O almeno questa è la poesia che sentiva di provare da ormai 10 anni per la “perfetta biondo fragola”. Ma tutta questa poesia alla realtà dei fatti si traduceva semplicemente in una ragazza che era passata dall’ignorarlo a diventare una quasi amica, restando eternamente innamorata del suo eterno ragazzo.
Ragazzo lupo, ovviamente, come un po’ tutti, pareva fosse la nuova moda di Beacon Hills.. moda in cui lui non rientrava, e non era voluto rientrare quando Peter gli aveva offerto il morso. A lui piaceva il suo essere un semplice piccolo essere umano, era stata una cosa meravigliosa finchè non avevano iniziato a diffondersi qua e la occhi brillanti, zanne aguzze, supervista, superudito, super-qualsiasi-cosa.
Meravigliosa poi.. davvero? Cosa c’è di tanto meraviglioso nell’essere umano e.. morire..? morire come era successo a sua madre, morire come credeva sarebbe successo a lui da un giorno a un altro, morire come aveva una paura fottuta succedesse a suo padre, per colpa sua, delle sue amicizie ferine, senza che lui, povero semplice umano, riuscisse a proteggerlo. E allora si che avrebbe perso tutto, tutto quello che gli rimaneva.
Questo pensava Stiles immobile con gli occhi stretti, fissi su Jackson e Lydia. Beh diciamo che gli occhi di tutti erano puntati su Jackson, da kanima a umano, trafitto e infine lupo mannaro a tutti gli effetti, non era certo uno spettacolo da tutti i giorni.. e mentre tutti erano impegnati a guardare, nessuno si preoccupò di Stiles che usciva correndo dal capannone, per avere una boccata di aria fresca, perché davvero, gli sembrava di non riuscire a respirare.
No. Neanche l’aria serviva.. i polmoni erano chiusi, non riusciva a entrare neanche uno spillo sottile di aria.
La bocca spalancata, le mani sul cuore..con un attacco di panico sembra quasi di affogare.. sembra quasi di morire.. se nessuno ti tira su… Ti scuote.. ti chiama.. Stiles… Stiles.. Stiles..!
E quella voce era come aria, aria che entrava come un fiume nei suoi polmoni, asciugava le lacrime nei suoi occhi, rendeva più nitida la figura che era di fronte a lui
-Stai bene?
-Io.. credo di si… No. Non sto bene cazzo. Non sto bene per niente. Dimmi, vedi una sola cosa che va bene nella mia vita? Qualcosa tipo la mia famiglia senza un pezzo, o i miei amici che cercano di uccidermi quando gli gira, o che mi fanno sentire sempre l’ultimo, sempre inutile, sempre meno… meno di loro.. o la ragazza che amo dalla terza elementare, che non mi guarderà mai come guarda quel pallone gonfiato di Jackson.. o ancora la paura, si.. vogliamo parlare della paura? Paura per me, per mio padre, per scott..
-Chi ti ha fatto questo?
Chiese Derek alludendo alle ferite sul viso di Stiles e ignorando il suo precedente discorso, gli teneva il mento con due dita, inclinandogli la testa da un lato
-Gerard..- rispose Stiles con un soffio, spostando appena lo sguardo e incontrando gli occhi di Derek, che subito si erano accesi di rosso. Il lupo strinse forte il pugno che si andò a schiantare sul muro accanto al viso di Stiles, che per un attimo serrò gli occhi spaventato.
-Dannazione Stiles! Come fai a cacciarti sempre nei guai?! Non riesci a capire che abbiamo troppe altre cose a cui pensare per riuscire a proteggerti?? Non ce la fai proprio a capire di stare lontano dai problemi e soprattutto dagli Argent?
Stiles divenne un fiume in piena. Le parole di Derek non facevano che bruciare come sale su una ferita.. ma non aveva sentito nulla di ciò che gli aveva detto prima?! Le parole uscivano dalla sua bocca come pallottole sparate da un fucile, e quelle che trafissero forte il petto di Derek furono “vieni a dirlo a me di stare lontano da loro? Ti ricordi cos’è successo alla tua famiglia per una tua scopata?”
Stiles non voleva dirlo, non capiva come avesse fatto a dire una cosa del genere, aveva detto la cosa più brutta e sbagliata che poteva dire, perché ogni volta che ripensava a quello che Kate aveva fatto a Derek l’avrebbe voluta uccidere di nuovo, con le sue mani, squartarla in tanti pezzi.. e ora non riusciva a alzare lo sguardo.
-Scusa ti prego scusa- iniziò a cantilenare.
Il silenzio di Derek lo spinse ad alzare gli occhi. Derek non lo guardava. Guardava in basso davanti a lui. Gli occhi cambiavano rapidamente dal verde al rosso. Avrebbe preso Stiles per il colletto e l’avrebbe sbattuto al muro ma.. ma alla fine.. Stiles aveva ragione. Strinse i pugni, forte, sentiva le unghie affilate entrargli nella carne. Rabbia. Troppa rabbia. La rabbia era la sua ancora nelle notti di luna piena, per non perdere il controllo. ma ora la rabbia non funzionava più. Era troppa. Troppa rabbia. Sentiva le zanne spingere nella sua bocca. Chiuse gli occhi. Doveva cercare qualcosa, un’altra ancora, qualcosa che lo facesse tornare normale. Fu in quel momento che sentì quell’odore.. un odore di tristezza.. ma caldo, tanto da volercisi rotolare dentro. Si sforzò ad aprire gli occhi, specchiandosi in quelli grandi e scuri di Stiles, quegli occhi curiosi da cucciolo, quegli occhi cosi dispiaciuti.. quell’odore spazzava via quello del fuoco nei suoi ricordi, della cenere nella sua casa, dell’odio sulla sua pelle.
Stiles si avvicinò ancora. –Scusa- disse di nuovo. Così vicino, che Derek ora poteva sentire quell’odore mischiarsi a quello del suo sangue, che dallo zigomo sinistro scendeva giù fino alle labbra.
-Ti fa male?- chiese Derek avvicinando un dito per sfiorare il viso dell’altro.
-un po.. un po brucia- La ferita bruciava davvero, ma quando Derek gli aveva sfiorato il viso aveva sentito il calore aumentare. E aumentò ancora quando Derek decise che non gli bastava più bearsi di quell’odore.. lo voleva assaggiare. Avvicinò il suo viso a quello di Stiles e passò la lingua sulla sua ferita. Gli occhi balenavano di rosso ogni volta che sentiva quel sapore in bocca.
-De.. Derek..?- riuscì a soffiare Stiles, quasi senza fiato. Sentiva la pelle rinascere, le ferite rimarginarsi sotto il tocco della lingua di Derek. E sentiva il suo viso andare a fuoco, i suoi occhi bruciavano, bruciava la sua testa e il suo corpo.
Nessuno si era accorto dell’assenza dei due, ma quando Peter decise di sfuggire a quel branco di cuccioli, per tornare al sicuro di casa Hale, e uscì a cercare il nipote li vide. Alzò gli occhi al cielo pensando a che razza di soggetto era quella sottospecie di Alpha di suo nipote. Si girò per avviarsi a casa, non prima di sussurrare “cerca di non divorarlo, quel ragazzino.. ti aspetto a casa” Sicuro che l’udito del nipote l’avrebbe percepito.
E infatti Derek percepì distintamente le parole di suo zio, che lo fecero riscuotere da quella situazione, in cui stava per perdere il controllo, in cui sentiva i suoi occhi accesi, rossi, in cui seguendo la scia del sangue la lingua di Derek stava per posarsi sulla spacco sul labbro di Stiles.
Si riscosse e si allontanò da lui. Sentendolo allontanarsi Stiles aprì gli occhi, passò una mano sulla pelle rimarginata sul suo volto.
-…Grazie..- mormorò.
Derek riprese il controllo, i suoi occhi tornarono verdi. Guardò il ragazzo per un attimo, poi si girò e corse via, lasciando uno Stiles più confuso che mai, che si lasciò scivolare a terra ascoltando il battito del suo cuore che sembrava stesse per scoppiare. Si portò una mano al petto, stringendo la stoffa della maglietta tra le dita. Il suo respiro stava tornando normale.
Derek corse fino a casa Hale attraversando il bosco senza fermarsi.. cosa stava per fare? Cosa avrebbe fatto se non fosse arrivato Peter? Perché quell’odore così buono non riusciva a lasciarlo andare?
Entrò in casa chiudendo la porta dietro di se e poggiandosi con la schiena. Si portò le mani a coprire il volto, chiuse gli occhi cercando di ragionare, di ricominciare a pensare normalmente.. ma nella sua testa c’era solo quel sapore, quel calore, quell’odore.



CAP.2.- QUANDO TUTTO COMINCIA



La luna piena.. quella dannata luna piena. Che aveva cambiato tutto. E quando Stiles entrò in camera di Scott e vide Derek poggiato alla finestra e Peter comodamente seduto in poltrona, che parlavano così fitti da non degnarlo neanche di uno sguardo, quando vide tutto questo, capì che la sua nottata selvaggia programmata con Scott era fallita. Avevano deciso di passare la notte nel bosco, Stiles si era premunito di coperte e alcolici.
Peter gli concesse un mezzo sorriso quando si lasciò cadere sul letto di Scott, Derek lo ignorò completamente. Oh beh.. nulla di strano. Nulla di strano proprio. Derek o lo ignorava, o lo minacciava di tagliargli la gola, o… il pensiero di Stiles andò a qualche giorno prima.. quando Derek aveva messo fine al suo attacco di panico e poi.. Stiles arrossì vistosamente al pensiero e abbassò lo sguardo. Cosa che non sfuggi a nessuno dei tre licantropi. Scott lo guardò con la sua solita aria da cucciolo curioso e un po’ tonto, Derek evitò assolutamente di guardarlo e si concentrò al massimo per controllare qualsiasi eventuale cambio di ritmo del cuore, o di odore, o di qualsiasi cosa potesse tradire i pensieri che stava facendo in quel momento, e Peter con il suo solito sorrisino malizioso, perfettamente conscio del motivo che aveva fatto arrossire il ragazzino, buttò li un “qualcosa non va Stiles?” fissandolo come si fissa una preda..
Stiles riuscì sfruttando tutto il suo autocontrollo a far terminare lì quella specie di figura pietosa che stava per fare, liberò la testa da ogni pensiero su Derek, sulla sua lingua, sui suoi occhi rossi, su qualsiasi cosa che riguardasse lui. Avvicinandosi ai tre cercò di partecipare al discorso, e capire che ne sarebbe stato della sua serata. Derek continuava a fare finta che non esistesse, salvo lanciargli qualche occhiataccia accompagnata da grugniti a mezza bocca ogni volta che se ne usciva con una delle sue battute sui licantropi.
-Devo controllare Jackson.. mi dispiace Stiles
Spiegò Scott quando furono rimasti soli.
-Oh e dai.. da quant’è che stiamo organizzando la nostra serata mannara?!
-Lo so Stiles, e credimi preferirei un milione di volte stare nel bosco con te, piuttosto che fare il wolf-sitter cercando di placare gli istinti omicidi di Jackson..
Stiles a gambe incrociate, sul letto di Scott, cercava disperatamente di trovare una soluzione..
-E Boyd? Erica?
-Sono in viaggio.. stanno cercando informazioni sugli alpha..
-Isaac?
-Non può farcela da solo, ha bisogno di me..
-e… Derek?
-Ah bo… Derek è parecchio strano. Dice che questa luna gli sta facendo un effetto strano. Non riesce più a controllarsi come prima, e Peter crede sia meglio che per questa luna Derek rimanga con lui a casa Hale..
-e se portate Jackson..
-Oddio Stiles! Non posso, mi dispiace ok? Ma lo devo fare! Ti prego.. domani? Ti va domani?
-Mpf- grugnì Stiles per niente convinto. Poi raccolse il suo zaino borbottando qualcosa sull’inaffidabilità dei licantropi.
Scott lo seguì con lo sguardo, fino a sentire il rumore della Jeep che si allontanava da casa McCall. Gli dispiaceva. Ma veramente tanto. Stiles era il suo migliore amico, era come un fratello, parte della sua famiglia. E Stiles per lui c’era sempre stato, anche e soprattutto dopo tutto quello che era successo negli ultimi tempi, da quando tutto era diventato parecchio mannaro e inquietante, Stiles, senza battere ciglio si era sempre precipitato per aiutarlo. E proprio non gli andava di passare del tempo con Jackson. Ma doveva farlo. Quando Derek dava un ordine non c’era modo di opporsi.
E Stiles pensava esattamente le stesse cose, o quasi.. “razza di idiota mannaro, ingrato come poche persone al mondo, e quello sarebbe il mio migliore amico?? quando serve Stiles allora si dai vieni Stiles, bello Stiles! Poi quando non serve, fanculo Stiles! Noi ce ne stiamo tra mannari.. dopo una vita che ci conosciamo, dopo tutto quello che ho fatto per lui..”
Questi ed altri i pensieri che si affollavano nella sua testa, intervallati da brevi flash degli occhi rossi di Derek, a cui pensava un po troppo spesso dal loro ultimo incontro.
Al diavolo, pensò, e si diresse verso il bosco.. Non avrebbe rinunciato alla sua notte mannara per colpa dei mannari. Alla fine le coperte ce le aveva, il whisky che aveva rubato a suo padre pure, e non gli serviva certo la compagnia di Scott.
Quindi, parcheggiata la macchina davanti al grosso cartello della riserva, prese il suo zaino e iniziò a incamminarsi tra gli alberi, cercando un posto carino dove mettersi.

Derek seduto sul divano di casa Hale teneva un braccio sul viso, coprendosi il naso e gli occhi.
-Non puoi andare.- Peter era di fronte a lui con le braccia conserte. Derek spostò appena il braccio per guardare suo zio.
-Cosa?
-Non.Puoi.Andare.Da.Lui
-Non capisco di cosa..- tentò blandamente l’alpha, subito interrotto da suo zio, che al di la dell’età, ne sapeva sempre e comunque più di lui.
-piantala Derek.. credi che non lo senta anche io il suo odore? Che è qui vicino, nel bosco? Pensi che non mi accorgo che stai cercando di coprirti il naso per non sentirlo?Pensi che non lo sento che stai quasi pensando di cedere?
-Stronzate.. – provò Derek senza troppa convinzione. Peter si limitò a lanciargli una lunga ed eloquente occhiata. Si lasciò scivolare sdraiato sul divano, e rimise il braccio sul viso.
-Perché?- domandò allo zio
-Perché cosa?
-Perché mi piace tanto il suo odore?
-Derek siamo animali. Sul serio. L’istinto ci guida.. gli odori, i sapori, il branco.. non puoi basarti sulle logiche umane. Ma, Derek, non si può. Lo capisci vero che non puoi fare una cosa del genere? Non puoi saltare addosso a Stiles.
-…Perché?
Peter alzò gli occhi al cielo. Suo nipote, per quanto giocasse a fare il grande alpha, era solo uno stupido, tenero, piccolo cucciolo. Si sedette accanto a lui.
-Davvero devo spiegartelo Derek? Ci sono un milione di motivi per cui non è una buona idea. Primo tra tutti il fatto che Stiles è ancora terrorizzato da te e dai tuoi modi da sociopatico, secondo poi è un ragazzino, e non parlo del fatto che sia un maschio, sono un lupo anche io so cos’è l’istinto.. ma a un certo punto deve entrare in gioco la parte umana, la parte razionale, e..
Il rumore di un messaggio sul telefono di Peter lo interruppe. Si alzò per andare a leggere, e sorrise subito leggendo il nome del mittente, Melissa McCall..
-Ecco vedi? – iniziò –Melissa è una donna adulta, anche parecchio in forma, non è terrorizzata da me perché inspiegabilmente in questa famiglia sono l’unico a sembrare una persona normale, resurrezioni a parte,e.. Derek?
Tornò in salotto giusto in tempo per vedere il divano vuoto e la porta di casa che lentamente si richiudeva su se stessa.
-Oh, andiamo…- disse sconsolato

Derek correva nella riserva seguendo quell’odore. La luna sembrava chiamarlo, sembrava guidarlo.
Quando arrivò vicino a lui si fermò tra gli alberi osservandolo.
Stiles era sdraiato su un telo, con le mani dietro la testa,e fissava la luna. Sembrava davvero più grande delle altre volte, più vicina.. pensava al potere che aveva quella luna. A come riusciva a cambiare le persone. A come risvegliava istinti animali. Alla prima luna in cui Scott aveva cercato di ucciderlo, a quando invece aveva baciato Lydia, a sua detta sempre per colpa della luna.. “stupido lupo in calore” penso sorridendo. Chiuse gli occhi per un attimo, ascoltando tutti i suoni del bosco intorno a lui. E quando li riaprì, davanti a lui, c’era Derek. E si, diciamolo, gli aveva fatto prendere un infarto.
-Derek! Ma sei impazzito?! Ma come ti viene di comparirmi così nel bosco in piena notte?! Guarda che il mio piccolo cuore umano non reggerà ancora molto se continuate a farmi prendere questi colpi!
-Che ci fai qui?
-Mi godo la mia serata,da solo, perché tu hai deciso di ordinare al mio migliore amico di fare la guardia a quell’idiota di Jackson..
-Cosa c’è che non ti è chiaro nel fatto che DEVI FARLA FINITA DI METTERTI IN PERICOLO? Ti sembra normale venire nel bosco da solo in una notte di luna piena? Sei un idiota.
Alla fine Derek si stava pentendo di non aver dato ascolto a suo zio. Quella di andare li era stata senza dubbio e da qualsiasi punto di vista la guardasse, una pessima idea. Forse la peggiore che aveva avuto.. dopo quella di trasformare Erica in licantropo, ovviamente.. Il suo odore così vicino era veramente troppo forte. E l’unica cosa che riusciva a fare era arrabbiarsi con Stiles. Gli faceva davvero saltare i nervi.
-Senti, sai cosa? Mi avete rotto.. ma sul serio. Mi sono rotto di essere trattato come un idiota, perché sai che c’è di nuovo? IO NON SONO UN IDIOTA. Non lo sono affatto, e se ben ricordi sono stato io a risolvere la maggior parte dei vostri casini, e sai com’è stato possibile? Semplice, perché non sono un idiota. Quindi smettetela di preoccuparvi per me.. preoccuparvi poi.. come se te ne fregasse qualcosa.. e gia che ci siamo, mi farebbe piacere che tu la piantassi di lanciarmi quelle occhiate da “ti uccido con un dito se voglio” perché sinceramente non ha senso. Non siamo amici e non lo saremo mai, ma almeno piantala di giocare al lupo cattivo e trattami come una persona normale!
Derek immobile e silenzioso di fronte a lui non aveva ascoltato una sola parola. La luna chiamava a gran voce il lupo dentro di lui. I suoi occhi ormai senza controllo diventarono rossi.
-Ecco, perfetto.. parla Stiles, che tanto non ti si fila nessuno.. ecco di nuovo l’espressione da “sono-il-grande-alfa-e-sto-per-ucciderti”… sul serio Derek dovresti..
Derek iniziò ad avvicinarsi lentamente a Stiles, scrutando tutta la sua figura con i suoi rossi occhi famelici.
-Ok si.. mi fai paura. Tanta. Anzi, se potessi smetterla.. davvero Derek mi stai spaventando
Stiles aveva iniziato a indietreggiare. Derek gli faceva paura. Nonostante tutto. Tutto cosa poi? Cos’è che veramente era successo quella sera? Stiles non l’aveva capito. Era arrabbiato? Era preoccupato? Voleva solo rimarginare le sue ferite? Derek intanto continuava ad avvicinarsi sempre più lentamente. Sul suo viso era spuntato un sorriso..famelico? Sicuro quegli occhi rossi e quelle zanne che si intravedevano dalla bocca socchiusa non erano un buon segno pensò Stiles.. la luna.. ripenso a quello che gli aveva detto Scott.. “..Dice che questa luna gli sta facendo un effetto strano. Non riesce più a controllarsi come prima..”
-Oh cavolo..
Non era stata per niente una buona idea andare nel bosco quella notte. Aveva ragione Derek, era un idiota. E forse ora sarebbe anche morto. Divorato da un licantropo.
Penso rapidamente se fosse il caso di tentare una fuga, ma scartò l’idea all’istante, Derek l’avrebbe raggiunto in 2 secondi netti, e poi era convinto di aver letto da qualche parte che i predatori quando vedono una preda che scappa, sono ancora più invogliati a corrergli dietro e sbranarla.
Neanche restare fermi sembrava un gran che come piano, ma Stiles sentiva le sue gambe cementate al terreno per la paura. Quando Derek gli fu davanti guardò per un ultimo istante quegli occhi rossi, e poi serrò forte i suoi. Se proprio doveva morire non voleva certo guardare. E sperava che almeno succedesse in fretta.
Ma non succedeva niente. Sentiva solo il respiro pesante di Derek. Riaprì gli occhi.
-Vuoi.. uccidermi..vero?
Derek scosse lentamente la testa.
-A..allora… cosa.. Ah!
Derek l’aveva afferrato per la maglia e se l’era tirato addosso. E poi aveva affondato il viso nel suo collo e lo stava.. annusando?
-De..Derek?
Stiles in un attimo si ritrovò sdraiato a terra in mezzo alle foglie, con il lupo sopra di lui. Sentire quel corpo caldo schiacciato sopra di lui, sentire quel respiro pesante sul suo collo, sentire il suo naso, le sue labbra sulla sua pelle.. il suo corpo era percorso da brividi. E non erano certo brividi di paura. No, non più.
-Il tuo odore…- gli soffiò Derek sul collo, premendo ancora di più il viso sulla sua pelle, e respirando quell’odore come se fosse la sola aria di cui avesse bisogno, la sola aria che gli potesse permettere di respirare.
Anche il respiro di Stiles era diventato affannato.. i sospiri si rincorrevano e inciampavano quando Derek si strusciava più forte contro di lui.
-..che…che ha..?- riuscì a chiedere cercando di regolarizzare il respiro e i battiti del suo cuore che sentiva fino alle tempie
-Mi fa impazzire..
A quelle parole un brivido più forte degli altri era partito dal collo di Stiles e scendeva veloce per tutta la schiena. Chiuse gli occhi chiedendosi se quello fosse un sogno.
Derek continuava a respirare quell’odore, e sentiva che riusciva di nuovo a controllarsi. Le zanne rientrarono, ma non voleva staccarsi da Stiles. Non era più la luna che lo guidava, ma qualcos’altro. Qualcosa dentro di lui che voleva quel ragazzino. Pensò a suo zio e alla storia della parte “razionale e umana” .. non c’era niente di razionale quando si trattava di Stiles..quando iniziava i suoi sproloqui spesso senza senso, quando combinava le sue cazzate.. e non c’era nulla di razionale in quel momento, non c’era nulla di razionale nel desiderio che provava. Un desiderio umano e animale insieme. Guardò per un attimo quel viso arrossato, quegli occhi chiusi, stretti, come se avesse paura di svegliarsi, quella bocca socchiusa da cui uscivano i sospiri più eccitanti che avrebbe mai potuto immaginare. La sua eccitazione cresceva.. cresceva la sua voglia di Stiles.
Stiles non sapeva più cosa pensare. Anzi aveva deciso di non pensare a niente. Era la cosa più assurda che la sua immaginazione potesse concepire, l’ultimissima cosa che si sarebbe mai aspettato da quella serata, e dalla vita intera a dirla tutta. Veramente, non aveva senso pensare. Pensare al motivo per cui si sentiva di morire per quanto era scosso dai brividi, pensare al motivo per cui tutto questo era causato da Derek Hale, pensare al fatto che la prima persona vera, reale, in tutti i suoi 17 anni di vita,che gli si stava strusciando contro vogliosa fosse Derek Hale. Più ripeteva nella mente il suo nome e meno aveva senso.. No. Non aveva il minimo senso. Ma era bello. Davvero bello.
Derek attratto da quelle labbra socchiuse, ci passò la lingua sopra. Lo voleva assaggiare. Sapeva che prima o poi l’avrebbe divorato, ma per ora voleva assaggiarlo. Passò la lingua sul suo collo, scese giu strofinandosi sulla sua maglietta, per non perdere neanche un attimo il contatto con quell’odore. Infilò una mano sotto la maglia per accarezzare la sua pelle. Ad ogni tocco Stiles era scosso da brividi. Tirò su la maglietta ed iniziò a leccare ogni centimetro di pelle. Stiles timidamente avvicinò una mano alla testa di Derek e gli sfiorò i capelli. Per quanto fosse sconvolto da tutta quella voglia e quell’eccitazione, voleva reagire, voleva partecipare, non voleva sentirsi soltanto un pezzo di carne tra le fauci di un lupo affamato. Per quanto quella situazione fosse infinitamente assurda e incomprensibile, stava succedendo davvero. Gli piaceva, e voleva che continuasse, voleva toccarlo, baciarlo, sentirlo addosso. Quindi infilò le dita tra i capelli di Derek,stringendo leggermente, e con l’altra mano gli accarezzò il viso. Al tocco di Stiles, Derek fece una specie di ringhio, e con la delicatezza che si addice ad un lupo mannaro, tirò giù i jeans di Stiles e lo guardò passandosi la lingua sulle labbra. Stiles pensò che si, stava per morire. O forse era gia morto. Quella era un’ipotesi più probabile, per giustificare l’assurdità della situazione. Ma sogno o realtà che fosse, Stiles aveva deciso di stare al gioco. Stupendo entrambi della sua intraprendenza la mano di Stiles tra i capelli di Derek spinse piano il suo viso verso il basso, pensando che o l’avrebbe ucciso, o.. l’avrebbe ucciso comunque, perché probabilmente il suo cuore non avrebbe retto ad una scena del genere, con Derek il licantropo che trascinava giù i suoi boxer con le sue unghie mannare..
Quando poi sentì la lingua di Derek posarsi li sulla punta, per poi prenderlo completamente in bocca, li pensò seriamente che sarebbe morto. Era la prima volta in assoluto che faceva una cosa del genere, tenendosi casto e puro per Lydia, e non avrebbe mai neanche lontanamente immaginato che fosse una cosa così fantastica. Con le dita stringeva i capelli di Derek così forte che sembrava glieli avrebbe strappati da un momento all’altro, la schiena inarcata, spingendosi con i fianchi ancora di più nella bocca di Derek. Dalla sua bocca uscivano dei suoni che aveva sentito solo nei porno più porno che avesse mai visto.
E, si. Ci volle poco. Stiles cercò con tutte le sue forze di ritardare il momento dell’orgasmo, per non dover abbandonare quella bocca calda e quelle scosse di piacere che ormai pervadevano tutto il suo corpo, ma non era facile, non era facile per niente.
Derek lo stava mangiando avidamente, aveva deciso solo un assaggio, ma questo assaggio lo voleva dare per bene. Il sapore di Stiles era perfetto. Come il suo odore. L’istinto del lupo urlava, ruggiva con forza dentro di lui. Diceva di prenderlo li tra quelle foglie, ma l’umano voleva giocare. Voleva assaggiare. Voleva goderselo. Derek si tirò su passandosi un dito sulle labbra e succhiando via le gocce bianche. Si avvicinò al viso di Stiles ancora con gli occhi serrati.
-Apri gli occhi..
Stiles scosse la testa. Anche se le sensazioni provate gli avevano fatto capire che no, non era un sogno, era la realtà, che più reale di così non si può, continuava a tenere gli occhi chiusi, perché pensava che se non era morto per il piacere, sicuramente sarebbe morto per l’imbarazzo, se avesse guardato Derek. Non sarebbe mai più riuscito a guardarlo. No, doveva affrontare la cosa. Aprì piano un occhio.. poi l’altro, specchiandosi i quelli di Derek di nuovo verdi.
-Va a casa Stiles..- gli sussurrò all’orecchio, mordendoglielo piano.
Poi si alzò e corse via da dove era venuto. Ancora affamato, ancora eccitato, con un sorriso sulle labbra.
Stiles si tirò su a sedere. Non sapeva se ridere o piangere, ma alla fine decise di ridere, e non riusciva più a levarsi il sorriso dalla faccia. Raccolse le sue cose e si avviò verso la jeep.. “è stato.. davvero.. fichissimo.” Pensò. E al sorriso si accompagnò un rossore diffuso ripensando a tutte le scene di prima. Non sarebbe mai riuscito a dormire. No . Mai.
Derek rientrò in casa e poggiò le spalle alla porta. Il sorriso sul suo volto cresceva, sempre più famelico. Quando alzò lo sguardo incrociò quello severo di Peter che stava di fronte a lui con le mani sui fianchi e l’aria da ora-ti-faccio-la-predica
-Sei un.. grosso.. grossissimo, infinito idiota arrapato. – sentenziò
-Lo so.- rispose Derek con il suo sorrisetto alzando le spalle.


CAP.3.- QUANDO DEREK VUOLE UNA COSA



I giorni passavano e Derek continuava a giocare al lupo cattivo, ignorando Stiles quando erano tutti insieme, e lanciandogli i suoi soliti grugniti minacciosi. Stiles dal canto suo non riusciva a capire cosa cavolo gli prendesse a quell’idiota.. da quella sera nel bosco non si erano più visti da soli, e Derek si comportava come se non fosse successo niente. E questo lo faceva incazzare. Perché quello che era successo lui non riusciva proprio ad ignorarlo come se non fosse mai successo. Perché era la prima volta che provava qualcosa di simile, perché gli era piaciuto e l’avrebbe voluto ancora, l’avrebbe voluto di più. Ma lui continuava a fare finta di niente.
Fino a quella sera quando Stiles rientrò nella sua stanza chiudendosi la porta alle spalle. Suo padre avrebbe passato la notte alla centrale, e lui aveva in mente di studiare un po’, guardare un film e andarsene a dormire.
Derek in tutto quel tempo aveva cercato di controllarsi quand’era vicino a Stiles, cosa ancora più difficile quando sentiva il battito del cuore di Stiles aumentare ogni volta che lo vedeva, quando il suo viso arrossiva appena si sfioravano per caso. E nel frattempo cercava di evitare qualsiasi discorso con Peter.
Fino a quella sera quando Peter lo vide mentre si avviava verso la porta di casa.
-Dove stai andando?- chiese il più grande, conoscendo perfettamente la risposta, ma volendo comunque fare un ultimo tentativo di far ragionare suo nipote.
-Da Scott..
Peter alzò un sopracciglio e incrociò le braccia
-Da Stiles..- ammise Derek
-Ti piace davvero così tanto?
-Non lo so..- Derek non lo sapeva davvero. Ma lo voleva. E non voleva più aspettare.
-Derek.. lo capisci che non puoi andare da quel povero diciassettenne arrapato ogni volta che ti pare, giocarci come ti pare e poi ignorarlo come se niente fosse?
-Non credo che gli dispiaccia- rispose Derek con una mezza risata.
-Fermati, non dire altro, non mi interessano i dettagli. Anzi sai che ti dico? Fa come ti pare. Però aspettati che prima o poi lui verrà a chiederti una spiegazione. – concluse Peter e si sedette al tavolo con il suo portatile. Derek indugiò per un attimo sulla porta, poi uscì e corse verso casa di Stiles.
Quando Stiles entrò nella sua stanza e accese la luce vide che accanto alla finestra, con il solito inquietante look da licantropo dark, c’era Derek. Che lo fissava in silenzio. Superato il colpo iniziale per esserselo ritrovato davanti per l’ennesima volta come se fosse un fantasma, superando la tentazione di ammonirlo per l’ennesima volta di non usare la finestra ma la porta, decise di limitarsi a guardarlo aspettando di vedere quale sarebbe stata la sua mossa. Silenzio di tomba, ovviamente. Derek non era un tipo di molte parole. Stiles allora posò lo zaino che aveva ancora in mano sulla sedia, e poi si sedette sul letto.
-Allora?- disse rivolto a Derek.
Il licantropo per tutta risposta si avvicinò a lui e poggiando un ginocchio sul letto, con una mano sul petto lo costrinse a sdraiarsi.
-Ohhh aspetta! Fermati Derek.. sul.. serio..
La sua resistenza era pari a zero,il ginocchio di Derek in mezzo alle sue gambe, la mano di Derek che accarezzava il suo petto, il respiro di Derek sul suo collo… Derek..Derek..Derek..
-Derek perché fai così? – disse in un soffio
-Ti voglio – rispose deciso Derek, iniziando a slacciare i jeans di Stiles.
Alla fine aveva ragione Scott.. se Derek voleva una cosa con c’era modo di opporsi. Nessun modo. E Stiles decise di assecondarlo, di nuovo, lasciarsi trasportare da quelle mani sulla sua pelle, da quella bocca, da quel corpo che continuava a strofinarsi su di lui.Stiles allungò le mani avanti e raggiunse i denim di Derek, slacciando il bottone e abbassandoli con le dita.
Derek si fermò per un momento, curioso di vedere quanto in la Stiles poteva arrivare.. non che importasse, perché tanto sarebbe stato lui, il grande alpha, a decidere ogni cosa.
Inaspettatamente però Stiles bloccandosi alzò lo sguardo fino agli occhi di Derek. Il licantropo vide che erano lucidi per l’eccitazione, e le guance sembrava stessero per andare a fuoco.
-Prima.. mi dici che intenzioni hai?
-Non sono qui per parlare.
Stiles sospirò. Non aveva pensato per un momento che sarebbe stato facile parlare con Derek. Ma voleva farlo. Almeno quel poco che serviva per capire se era impazzito o che altro.
Ti uccido di qua, ti taglio la gola di la, ti ignoro per il resto del tempo e poi mi ti sbatto nel bosco… non c’era un filo logico. Solo questo serviva a Stiles, in quel mondo di assurdità mannare, anche quello non poteva sopportarlo. Voleva solo un filo logico.
-Voglio solo sapere perché fai così..
-Te l’ho detto.. ti voglio
Derek si era abbassato di nuovo sul corpo di Stiles e si strusciava sopra di lui per far aderire i loro corpi. Il lupo dentro di lui cominciava ad ululare di voglia, di desiderio, sempre più forte.
-Si ma perché?! Così all’improvviso.. un giorno sei in un modo, un giorno in un altro..
Stiles stava facendo uno sforzo non indifferente per cercare di intrattenere una conversazione con Derek spiaccicato addosso in quel modo.
Ma Derek non voleva affatto fare conversazione, con un mezzo grugnito bloccò i polsi di Stiles sopra la sua testa, e mentre con l’altra mano tirava su la maglia di Stiles ed iniziava a baciare il suo torace.
Ogni blando tentativo di resistenza o di riflessione venne messo a tacere quando Derek sfilò del tutto i jeans di Stiles, ed infilando una mano nei suoi boxer iniziò ad accarezzarlo.
Avvicinò la sua bocca a quella di Stiles, assaggiando di nuovo quelle labbra, sentendole dischiudersi leggermente al suo tocco, come per invitare Derek ad esplorarle.
Il lupo spinse prepotentemente la lingua nella bocca di Stiles, sistemandosi meglio tra le sue gambe.
Stiles non ce la faceva più.. eccitazione, confusione imbarazzo.. voglia, desiderio, Derek.. nella sua mente c’era un vortice di pensieri, confuso da quell’odore e quel calore che si sentiva addosso.
Derek sentiva i suoi occhi diventare rossi, la voglia aumentava. Lo voleva e basta. Lo voleva ora.
La parte umana e razionale era andata a farsi fottere, rimaneva solo l’istinto animale, che sentiva quell’odore, che accendeva in lui le sensazioni più forti e travolgenti che avesse mai provato.
Sfilò i boxer di Stiles e si tirò su leggermente per abbassare anche i suoi. Sentire il suo corpo che si staccava dal proprio fece aprire gli occhi a Stiles, che istintivamente allungò le mani per ritirarsi Derek addosso.
Questo non fece altro che alimentare l’eccitazione di Derek, che ringhiando si avventò sul collo di Stiles, assaporando il suo odore, leccando e mordendo la sua pelle. Con una mano intanto era sceso tra le gambe di Stiles, che le divaricò leggermente per assecondare i movimenti di Derek.
Il licantropo passò un dito sulla bocca di Stiles, che dischiuse le labbra e lo inumidì con la sua saliva.
Derek lo riportò tra le sue gambe, accarezzando la sua apertura.
-Ti voglio adesso, Stiles.
Gli sussurrò in un orecchio
-..Anche.. anche io..
-Anche tu... cosa?
-….
-Dillo.
-Dai…
-Dillo o mi fermo.
-… Ti voglio Derek…
Sorrise soddisfatto, per quegli occhi timidi e socchiusi, per quelle guance rosse, per quella voce tremante per l’imbarazzo, quei sospiri eccitati, quel corpo fremente sotto di lui, tutto questo insieme a quell’odore meraviglioso che sentiva ogni volta che era vicino a Stiles, gli fecero letteralmente perdere la testa.
Afferrò le gambe di Stiles tirandolo bruscamente verso di lui. Si piegò per guardarlo negli occhi, lo vide mordersi un labbro e stringere gli occhi per il dolore mentre lo penetrava. Voleva fermarsi, andare più piano, dargli il tempo di abituarsi a quell’intrusione, ma oramai non riusciva più a contenersi, e quei piccoli sussulti di dolore di Stiles scatenavano il lupo dentro di lui, e spingeva sempre più forte, ignorando le mani di Stiles che tentavano inutilmente di spingerlo via.
-De..ah! ..Derek.. piano… ah… ti prego
Derek afferrò quelle mani e gliele bloccò nuovamente dietro la testa
-Non ci riesco Stiles, dannazione!
Continuava a spingere sempre più forte, sempre più eccitato. Si avventò contro la bocca di Stiles,respirando i suoi gemiti, lasciando che sfogasse il suo dolore martoriando le sue labbra, assalendolo con la sua lingua.
Stiles sentiva il dolore che diminuiva lasciando il posto all’eccitazione, al piacere, che esplodeva ad ogni spinta di Derek. Stiles inarcava la schiena e spingeva forte la lingua nella bocca di Derek.
Il lupo con la mano libera afferrò l’erezione del ragazzo iniziando a masturbarlo al ritmo delle sue spinte.
-Ah..Derek.. ah ..oddio.. sto.. per…
Le parole soffocate dai sospiri.. dalle labbra di Derek incollate alle sue.
Venne nella mano di Derek con un grido strozzato, irrigidendo i suoi muscoli, scatenando ancora di più il piacere del licantropo, la bestia ruggì forte dentro di lui quando raggiunse l’apice del piacere, e ruggì forte anche lui, come quando si trasformava, come quando rispondeva alla chiamata della luna, mentre si liberava nel corpo di Stiles, in quel corpo così caldo.. Quando si lasciò cadere su di lui inspirò forte quell’odore, col viso premuto sul collo di Stiles.
Stiles aveva fatto sesso per la prima volta, era stato altamente superiore ad ogni volta che l’aveva immaginato, ed era stato con la persona che mai e poi mai avrebbe immaginato.
Che c’era forse qualcosa di strano tra loro,Stiles l’aveva percepito.. tutte quelle minacce, quegli sguardi, quel giocare al lupo e l’agnello.. ma non avrebbe mai immaginato che sarebbe sfociato in..quello. non avrebbe mai immaginato che si sarebbe ritrovato a gemere come una ragazzina tra le sue mani. Non l’avrebbe immaginato ma era esattamente quello che voleva. Non lo sapeva, ma lo voleva. E l’aveva capito solo quella notte al deposito,quando era avvampato sotto il tocco delle mani di Derek, sotto il tocco della sua lingua che rimarginava le ferite sul suo volto.
Li l’aveva capito ma non voleva ammetterlo.. ma poi l’aveva ammesso.. “Dillo” e lui l’aveva detto. . Quando Derek dava un ordine non c’era modo di opporsi. E Stiles sapeva che non avrebbe potuto opporsi quando Derek si sarebbe alzato e sarebbe scappato via da quella finestra da dov’era comparso, non avrebbe potuto opporsi quando i giorni successivi sarebbe tornato il solito alpha, avrebbe ricominciato ad ignorarlo.
Quando Derek si alzò e si rivestì, Stiles si tirò su a sedere sul letto, e lo guardò a lungo, come se con lo sguardo potesse trattenerlo ancora.
Ma Derek senza dire una parola gli passò accanto andando verso la finestra. Si girò solo quando Stiles gli sfiorò il braccio con una mano, come un ultimo tentativo di trattenerlo. Voleva dirgli tutto quello che pensava, ma quando incontrò i suoi occhi di ghiaccio, l’unica cosa che riuscì a dirgli fu
-..era la prima volta.. per me..
Stiles non sapeva bene perché l’aveva detto, cosa si aspettasse dopo quella dichiarazione peraltro ovvia.
Ma Derek rigirandosi tornò verso la finestra.
-Lo so..
Disse prima di scomparire nella notte.


CAP.4.- QUANDO STILES VUOLE UNA COSA



E il copione si ripeteva. Derek l’alpha sociopatico e minaccioso, che ignorava il ragazzino irriverente che faceva domande idiote e diceva battute ancora più idiote. Stiles lo odiava. Aveva fatto ciò che gli pareva, per due volte, e poi era scomparso, come se niente fosse.
E dopo averlo ignorato, Derek sparì.
Per una settimana intera, nessun incontro decisionale, nessun allenamento mannaro, nessuna infrazione serale in camera di Scott.
-Ehm.. come mai Derek ha deciso finalmente di lasciarci in pace?
Chiese un giorno Stiles al suo amico. Non gli aveva raccontato nulla e non aveva intenzione di farlo, e sperava con tutto il cuore che i suoi sensi da lupo non superassero la sua ottusità da adolescente, e che non scoprisse nulla da cambi di odore, di battito o qualsiasi altra diavoleria mannara.
-Non lo so.. Isaac è stato da lui qualche giorno fa.. Gli ha detto che era impegnato in delle ricerche con Peter
-E.. ?
-..e basta! Perché?
-Emh, no niente!
Scott guardò l’amico per niente convinto, ma Stiles si limitò a fare una delle sue espressioni dementi e cambiò argomento.

Derek non stava facendo nessuna fottutissima ricerca. Era li sdraiato sul divano. Pensava e si sforzava di non pensare.
-Derek..
Peter aveva notato ogni singolo cambiamento del nipote, e si era stufato di lasciarlo fare come se niente fosse, era comunque la sua figura autoritaria e si sentiva in dovere di fare qualcosa.
Derek dal canto suo non voleva proprio parlare, specialmente con suo zio che sembrava riuscisse a leggerlo come un libro aperto.
-Derek! Lo so che non stai dormendo, quindi tirati su, accendi il tuo mezzo cervello e spiegami che intenzioni hai.
-Non ho nessuna intenzione.
-Senti piantala con le tue ambiguità da sociopatico. Non vuoi parlare? Be, allora te lo dico io cosa succede..
-..sentiamo- disse curioso Derek alzando un sopracciglio
-Succede, caro il mio signor alpha, che a dispetto di quello che vuoi far credere alla gente non sei altro che uno stupido cucciolo arrapato..
Derek sbuffò
-Ad un certo punto- continuò lo zio ignorandolo – hai sentito l’odore di Stiles, e ti è sembrato diverso, e ti sei chiesto perché.
-E tu lo sai il perché?
-Certo che lo so idiota. Il suo odore è sempre lo stesso, sei tu che l’hai sentito diverso, perché hai sentito il suo odore con l’istinto del lupo, non quello dell’uomo, o meglio del ragazzino quale sei.
-Ma piantala..
-Sentendo quell’odore hai capito, anzi no, tu non capisci proprio un bel niente.. hai sentito che lo volevi, e senza chiederti perché gli sei saltato addosso una, due, tre volte.. e nel frattempo quando lo vedevi con gli altri tornavi a ignorarlo come al solito.
-Mpf..
-Ma poi.. l’ultima volta.. sei andato oltre al limite, e si so cos’è successo perché al contrario di te sento le cose col mio istinto che so usare, cosa che non sai fare tu a quanto pare, e no, non voglio che confermi o aggiungi dettagli che potrebbero farmi avere incubi peggiori del post-incendio.
- bene, allora continua.. che vorrebbe dire che ho oltrepassato il limite?
-Significa che ti piace, coglione.
Derek si alzò di scatto andando verso Peter, non sapendo neanche lui se lo faceva perché l’aveva insultato, perché aveva detto qualcosa che Derek non voleva ammettere.
-..ma non hai le palle di ammetterlo e quindi hai deciso di evitarlo finche non ti passerà, dimmi se c’è una sola parola sbagliata nel perfetto resoconto che ti ho fatto.
Concluse Peter per nulla intimorito dalla mano del nipote stretta attorno al colletto del suo giubbotto.
Derek lo lasciò andare e fece qualche passo indietro.
-Be, non era quello che volevi? Non l’hai detto tu che non potevo saltargli addosso?
-Certo che l’ho detto, ma tu non mi hai ascoltato. E gli sei saltato addosso. Varie volte. E , non tanto per te che non meriteresti un cavolo per quanto sei ottuso, quanto per lui, che si è visto strappare la sua verginità da un licantropo sociopatico insensibile e apparentemente bipolare, per poi non ricevere non dico una spiegazione, ma neanche uno sguardo o una parola, ti dico che a questo punto non puoi tirarti indietro Derek. Piantala di fare l’egoista del cazzo, raccogli un minimo di dignità mannara, che dovresti avere essendo un Hale, e va a parlare con Stiles. Concludi questa storia se non ti senti di continuarla, oppure no, ma comunque gli devi una spiegazione.
-Io non gli devo proprio niente- rispose brusco Derek
-Hai paura
-Stronzate
-Le tue sono stronzate. Tu hai paura, una fottuta paura di ricascarci un’altra volta, hai paura di affrontare un rapporto umano di qualsiasi genere, non riesci a rivolgerti alle persone se non urlandogli contro o abbaiando ordini. Sei scarso come licantropo e sei assolutamente pessimo come essere umano. Non vuoi affrontare Stiles perché hai paura, e..

I due interruppero il loro discorso girandosi di scatto verso la porta. Tutti e due avevano sentito distintamente un rumore.. rumore di un’auto. Quell’auto.
Derek si rigirò verso lo zio sgranando gli occhi, occhi da cucciolo impaurito.
-Oh oh.. guarda un po’ chi ha più palle di te- disse beffardo Peter – l’avevo detto io che sarebbe stato un bell’elemento per il mio branco..- concluse allontanandosi
-Aspetta, dove vai?! Che faccio?
-Parlaci, idiota.- gli urlò di rimando Peter dalla stanza accanto.

Stiles stava bussando forte sulla porta di casa Hale, chiamando Derek. Era incazzato, era confuso, era deluso, ma soprattutto era incazzato. Derek non poteva fare così.
-Derek! Aprimi razza di alpha sociopatico del cazzo!
Derek in un attimo fu alla porta, la aprì e fulminò Stiles con una delle sue solite occhiate.
-Ma fammi il piacere, Derek.. che fai? Mi minacci? Poi magari mi ti scopi qui sulla porta e sparisci per un mese?- Stiles scostò Derek con un braccio ed entrò in casa continuando la sua sfuriata –Dico qual è il tuo problema? Soffri di disturbi della personalità?? Sei per caso bipolare?
-Stiles..
-Conoscevo uno che era bipolare.. o magari sei posseduto..
-Stiles!
- o forse ci sono due Derek, uno che si scopa Stiles e uno che lo ignora, dimmi quale Derek sei adesso?
-Quello che ti taglia la gola se non la fai finita.
Derek afferrò Stiles sbattendolo contro il muro, si avventò sulla sua bocca. Stiles serrò le labbra e con tutta la forza di cui poteva disporre spinse sul torace di Derek per allontanarlo da lui
-Vaffanculo Derek! Non puoi fare così. Non puoi farlo con me, non ci sto. Non ci capisco più niente! Credevo che tu mi odiassi, e credevo di odiarti anche io, almeno nei momenti in cui non ero terrorizzato da te. E poi tu hai incominciato a comportarti.. così.. e io ho scoperto che mi piaceva. Ma non mi va più di provare queste sensazioni. Di sentirmi totalmente inerme con te, quando mi tocchi, e anche quando mi ignori. Allora ti prego, smettila. Lasciami perdere, perché rischio seriamente di impazzire.

A quelle ultime parole Derek sentì come una rabbia dentro.
-Se ti lascio perdere impazzisco io..
-Piantala con questa storia! Che cosa vuoi da me?! Ti sei gia preso tutto! Il mio corpo, la mia prima volta, le mie certezze, la mia stabilità mentale..
-E tu che cosa vuoi?
-Io non voglio niente Derek. Davvero, tutta questa situazione è così assurda che.. vorrei solo.. capirci qualcosa. Non voglio qualcosa da te. Non voglio il messaggio della buonanotte e i fiori a san valentino, non voglio niente. Voglio solo capire che cosa stai facendo. Perché lo stai facendo. Perché io.

Derek alzò gli occhi al cielo e si lasciò cadere sul divano.
-Scusami..
-Che cazzo vuol dire scusami?! SPIEGAMI CHE CAZZO HAI IN TESTA!
-TE! Ok Stiles?! Ho in testa te. Il tuo corpo, il tuo odore, soprattutto il tuo odore. Mi fa un effetto incredibile, mi fa perdere il controllo, non mi fa essere razionale. Perdo il controllo.. letteralmente. E quando cerco di ritornare in me devo starti lontano, devo ignorarti,devo cercare di odiarti perché se no impazzisco. Ma ignorarti non basta più, perché ogni volta che ti vedo io.. non ce la faccio. E allora ho cercato di evitarti.. evitare tutti voi, Scott, gli allenamenti. Solo così potevo riuscire a mantenere un minimo di razionalità..
-E credi davvero che questa sia la soluzione? Credi davvero che lanciare il sasso e poi scappare sia una soluzione? Vuoi riprendere il controllo, dici? E allora dimmi, se hai sempre in testa me, come fai a starmi lontano, come fai a non impazzire standomi lontano? Secondo me tu hai solo paura di affezionarti a me.
-Ma che avete tutti con questa storia?
-Tutti chi?
-…niente..
-Derek.. Derek, guardami.
Derek si costrinse ad alzare lo sguardo. Stiles era davanti a lui. Che lo fissava con lo sguardo più serio che avesse mai visto su quel viso.
-Se tu vuoi che sia così io ci sto. Va bene. Ignoriamoci, odiamoci. Ma non ti devi azzardare a toccarmi di nuovo. Mai più.. perché se tu lo rifacessi, allora io non so se riuscirei più a lasciarti andare.

Derek si sentì davvero uno stupido ragazzino. Aveva ragione Peter, lui che faceva il grande alpha temerario, quando poi il ragazzino davanti a lui stava dimostrando molta più razionalità e maturità di quanto lui ne avesse mostrata in tutta la sua vita.

-Ma, Derek.. se invece hai solo paura.. per.. quello che.. per.. Kate.. io.. tu non dovrai mai pensare questo. Io mi arrabbierei con te se tu lo pensassi, perché allora vuol dire che non hai capito niente di come sono io…

Derek immobile non riusciva a parlare, non riusciva a guardarlo. Se ci fosse riuscito gli avrebbe detto che aveva ragione, gli avrebbe anche detto che quel filo sottile di tensione che c’era sempre stato tra loro era la cosa che lo faceva sentire vivo, gli avrebbe detto che la voglia che aveva di lui l’avrebbe saziata dieci, cento, mille volte, e che il pensiero di non averlo più lo uccideva. Gli avrebbe detto che il loro sarebbe stato sempre un rapporto assurdo, ma che non voleva più ignorarlo, voleva vederlo, voleva riuscire a fargli un sorriso. E gli avrebbe detto, se tutta quella situazione non gli avesse fatto venire un colpo per l’eccesso di zuccheri, che avrebbe voluto dormire con lui, addormentarsi con quell’odore, abbracciarlo e sentirlo vicino al suo risveglio. Quella notte ne aveva davvero bisogno. Ma non una parola uscì dalla sua bocca.
Dopo qualche minuto di silenzio Stiles fece un lungo sospiro
-Bene..- disse- allora… io vado.
Derek fece un breve cenno di assenso con la testa. Stiles strinse i pugni. Gli veniva quasi da piangere. Si girò e si avviò verso la porta.
“Derek, non sono mai stato così incazzato con te, neanche quando mi hai tagliato la gola. Ti giuro che se lo lasci andare le tue pene d’amore saranno l’ultimo dei tuoi problemi.” Le parole di Peter ovviamente non furono percepite da Stiles, ma Derek le sentì perfettamente e si morse un labbro.
-Non posso..- sussurrò, ma Stiles questo lo sentì e con la mano sulla maniglia si girò verso Derek
-Cosa non puoi?
Derek si rese conto che l’altro aveva sentito e si voltò a guardarlo.
-Non posso…- “Pensa Derek, pensa a qualcosa da dire, da fare” si disse. Stiles stava per andare via, se l’avesse lasciato fare, sarebbero tornati a comportarsi come avevano fatto fino ad ora, sarebbero tornati ad ignorarsi, non avrebbe più potuto respirare forte quell’odore, sentirlo addosso. Forse era giusto così. Era molto meglio così. Stiles avrebbe dovuto stare con una ragazza che l’avrebbe tenuto per mano, che l’avrebbe salutato con un bacio quando lo vedeva, che sarebbe rimasta abbracciata a lui ad accarezzarlo dopo aver fatto l’amore.
-Non posso toglierti tutto…
-Tutto..cosa?
-Stiles dimentica tutto. Trovati una ragazza, viviti la tua prima storia d’amore, con il messaggio della buonanotte ed i fiori a san valentino.

Stiles avanzò verso Derek. Quando gli fu davanti lo guardò dritto negli occhi
-E se io non volessi questo?
-E cosa vuoi? Incontri di sesso notturni con un “alpha sociopatico del cazzo” che poi di giorno ti ringhia contro ?
-No.. diciamo incontri di sesso notturno con un alpha sociopatico del cazzo che di girono mi ringhia contro ma che quando gli altri non guardano potrebbe farmi un sorriso.. E se ringhi troppo, potrei sempre metterti una museruola.

Derek ringhiò per la battuta e Stiles sorrise

-Alla fine mi piace quando ringhi.. ora che so che non lo fai perché vuoi divorarmi.. o almeno che vuoi farlo in senso buono

Stiles si avvicinò al viso di Derek con un sorrisetto provocatorio.
“Tu mi ucciderai Stiles” pensò “o almeno ucciderai quel poco che resta della mia ragione”. Derek sentendolo così vicino si perse nel suo odore, lo tirò a se e lo strinse forte
-Oh wow.. mi stai abbracciando.. è molto più di quanto mi sarei aspettato
-Taci o ti ammazzo.
-non ci credo più alle tue minacce- rispose Stiles rispondendo all’abbraccio e strofinandosi contro il torace di Derek. Quel gioco li stava portando verso il limite del non ritorno ma non gli importava. Non sarebbe stato semplice, ma avevano deciso di farlo. Di lasciarsi andare oltre ogni ragione. Se Derek quando stava con lui avesse lasciato cadere le sue barriere, avesse messo da parte l’odio per il mondo, Stiles sarebbe stato al gioco, avrebbe sopportato i suoi ringhi, l’avrebbe deriso con una grattata dietro l’orecchio, avrebbe giocato con lui fino alla fine. Se Derek si fosse concesso a Stiles, lui avrebbe fatto lo stesso.
Quell’abbraccio sembrava non finire più.
-Allora..- sussurrò Stiles spostando una mano sul bordo dei jeans di Derek –pensi che potremmo….-
-Non ci credo..- Derek sorrise per la sfrontatezza di Stiles
-Non ti va..?- Chiese Stiles con un sorrisetto, ben sapendo quale sarebbe stata la risposta. Sentiva distintamente il corpo di Derek attaccato al suo sempre più caldo, anche se non era un lupo sentiva perfettamente la sua eccitazione.
Derek lo afferrò per un braccio e lo trascinò su per le scale, verso quello che rimaneva della sua camera da letto.
-Ohh.. aspetta.. nel tuo letto? Vuol dire che poi dovrò scappare via o che mi lascerai dormire tra le tue braccia?
Derek lo afferrò per il colletto e se lo trascinò contro.
-Non ti azzardare ad andartene…- gli disse fissandolo negli occhi –anche se non credo che dormirai..- aggiunse malizioso sussurrandogli all’orecchio. Stiles sentì un brivido. Sarebbe stata una notte fantastica.

Peter seduto davanti al suo portatile sorrideva. Forse quel lupacchiotto arrapato non avrebbe mai capito come essere un alpha, ma per il momento almeno aveva capito come essere un uomo.

THE END




Ok.. pensieri di tutti: Miss sta invecchiando. inizia a scrivere roba introspettiva e sentimentale.
*abbassa la testa colpevole*
Forse sono solo un po' depressa dai! :D passerà... e ricomincerò cn le PWP demenziali! xD
Love U

Mazza quant'è lunga.. O.O
 
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fransi_sterek
view post Posted on 12/3/2013, 13:14




eRA NECESSARIO CHE FOSSE LUNGA............<3 e un vero fan degli Sterek non potrà che apprezzare! <<<3
 
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2 replies since 12/3/2013, 12:41   212 views
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